«In heiliger Glut». Prezzolini e i Frammenti di Novalis
III. Prezzolini e la lingua tedesca
Al tempo in cui Marrucchi pubblica questo primo articolo su Meister Eckart, Prezzolini ha una conoscenza ancora troppo scarna della lingua tedesca per potersi occupare dei testi in modo autonomo. La lettura di prima mano dei mistici sembra inizialmente essere l’unico argomento d’interesse a spingerlo verso la cultura tedesca: «[…] odio tutto quello che sa di tedescheria, i cavoli, le salsicce, la birra e il romanticismo; non ci ha dato quel popolo che qualche poeta e qualche metafisico: e anche per quelli bisogna fare la tara. Io sono e mi sento latino», scrive a Dolores Faconti il 27 maggio 1903 (Prezzolini 1993, 51-52). Prima ancora che l’interesse per i mistici, in quegli anni è prevalentemente l’amore per Dolores, studentessa al magistero e già allieva della signorina Eugenia Levi, insegnante di tedesco, a motivare Prezzolini nei progressi conquistati «da solo, senza maestro, con la [mia] grammatica e gli esercizi» (Prezzolini 1993, 53).
Mentre acquisisce le conoscenze necessarie allo studio autonomo dei mistici tedeschi, i testi in lingua francese giunti alla redazione del «Leonardo» in cerca di recensione accompagnano Prezzolini nella scoperta di un autore del romanticismo tedesco a lungo marginalizzato e non annoverato tra quelli che, a suo parere, al pari di Stendhal, Rabelais e di alcuni novellieri italiani avrebbe dovuto essere inserito di diritto nella lista dei filosofi canonici: Friedrich von Hardenberg, detto Novalis [8]. L’incontro con il poeta tedesco, avvenuto a mezzo di un saggio di Jean- Edouard Spenlé dal titolo Novalis: essai sur l'idéalisme romantique en Allemagne è folgorante. Prezzolini riconosce in lui quella stessa dicotomia tra l’uomo pratico e il sognatore che attribuisce di fatto alla sua stessa persona. Quella di Novalis, scrive nella brevissima recensione al testo di Spenlé, è la personalità «sensuale e mistica, vagabonda e casalinga, incitatrice e originale» (Prezzolini 1904 a, 35) di un uomo le cui pagine gli sembrano pagine della propria vita intima. Il testo di Spenlé che si confronta con Novalis sulla base della diffusione dei suoi testi in lingua francese, apre a Prezzolini un’interessante finestra di confronto con le traduzioni di Maurice Maeterlinck, che nel 1895 pubblicava a Bruxelles Les disciples a Saïs, et les Fragments de Novalis.
Ma anche la mediazione dal francese appare del tutto insufficiente, agli occhi di Prezzolini, a favorire una corretta comprensione dei testi. Nell’estate del 1904, spinto dal desiderio di assimilare la lingua tedesca con un approccio più consono al suo stile di apprendimento, decide di recarsi in Germania. Il 27 agosto scrive a Papini:
[…] sono giunto finalmente a Norimberga, dove sento che mi troverò bene e potrò imparare più tedesco di quel che credevo. Lo fanno imparare per forza, lo fanno inghiottire, digerire, ruminare, biascicare e sputare. Hanno un metodo curioso che ti descriverò. [….]
(Papini 2003, 293)
I progressi conseguiti non solo avrebbero consentito a Prezzolini di confrontarsi con la letteratura primaria e secondaria in lingua originale, come testimonia anche un incremento delle recensioni realizzate da saggi e opere tedesche per il «Leonardo», ma gli infonderanno quella sicurezza necessaria ad avvicinarsi al lavoro di traduzione dall’originale.
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