«In heiliger Glut». Prezzolini e i Frammenti di Novalis
II. Alleati e nemici
Nel più ampio tentativo di attestare il primato del sentimento sulla ragione e di ricercare la verità nell’inconscio, l’approdo al misticismo si dimostra come il risultato di una ricerca di modelli in grado di giustificare e dare vigore agli slanci individualisti dei nuovi giovani intellettuali che tentavano, proprio in quegli anni, di fare emergere la propria voce come segno, manifestazione, e realizzazione di una verità interiore e di una rinnovata potenza creatrice.
Come Baldini ha già mostrato, per i nuovi entranti nel campo letterario si mostrava necessario individuare “alleati e nemici” [6], ovvero modelli da seguire o da evitare nella realizzazione di nuovi programmi culturali: tra le alleanze strette in senso produttivo tra le pagine del «Leonardo», spicca quella con l’editore tedesco Diederichs, presso il quale, a partire dal 1903, aveva preso avvio un ben preciso piano editoriale teso a riportare alla luce «gemme della letteratura mistica». Esso, prendendo avvio dalla pubblicazione del primo volume degli scritti di Meister Eckart, prevedeva la pubblicazione di testi di Taulero e Suso, Jacob Böhme e Angelus Silesius.
Il primo a recepire l’importanza della collana dell’editore tedesco è Piero Marrucchi [7], che con il nom de plume di Pietro l’Eremita, la presenta sulle pagine di uno dei primi numeri della seconda serie del «Leonardo», traducendone alcuni passaggi che lasciano il segno sul gruppo di intellettuali riuniti intorno alla redazione.
Eckart rappresenta agli occhi di Pietro l’Eremita un esempio concreto di un misticismo che «non aspetta il premio del paradiso», e che nemmeno cerca la salvezza attraverso «formule e simboli», ma che segue la religione del cuore, per ritirarsi «dalla superficie grossolana nell’intima sede del silenzio dove si compie senza posa la generazione divina» (Marrucchi 1904, 23).
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