Per uno studio delle interferenze tra letterature.
Un caso di traduzioni e riscritture italo-tedesche sulle riviste fiorentine d’inizio Novecento
Le riflessioni che seguono prendono spunto dalla vicenda di uno dei collaboratori della “Voce” e di “Lacerba” meno conosciuti, Italo Tavolato, che ha pioneristicamente tentato – fallendo – di importare in Italia un autore di lingua tedesca, Karl Kraus. Tavolato è un nome poco noto persino agli addetti ai lavori. Scopo del presente saggio è quindi di gettare luce su un caso quasi inesplorato, ma anche di utilizzarlo per affrontare alcuni aspetti di un più ampio problema storico-letterario, quello delle relazioni tra letteratura di lingua tedesca e di lingua italiana all’inizio del ventesimo secolo. Difatti, pur essendo (si sarebbe detto un tempo) “minore”, o forse proprio perché tale, il caso di Tavolato esemplifica perfettamente alcune delle dinamiche che hanno caratterizzato l’approccio alle letterature straniere nell’Italia d’inizio Novecento, e in particolare nell’ambiente al quale Tavolato desidera conformarsi, quello vociano e lacerbiano. Avendo collaborato sia a “La Voce” che a “Lacerba”, inoltre, Tavolato permette di mettere a confronto la relazione delle due riviste con la letteratura di lingua tedesca.
Infine, il caso di Tavolato si presta bene a discutere alcuni problemi generali, di natura metodologica, in cui ci s’imbatte studiando le interferenze tra diverse letterature, specialmente quando si intenda coniugare l’analisi dei contesti culturali e sociali con l’analisi dei testi letterari (condotta sul piano linguistico, tematico, delle forme e dei generi, in modo tale da dar conto del carattere, appunto, specificamente letterario dei testi stessi). Tali questioni metodologiche verranno affrontate dopo l’analisi dei testi e dei contesti, ovverosia nelle conclusioni del saggio.
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