Storia e mappe della letteratura tedesca in Italia: il primo Novecento
I testi pubblicati in questo numero di “Lettere Aperte/Offene Briefe” riproducono, con minime correzioni e varianti, gli interventi discussi nella Giornata di presentazione dei primi risultati della ricerca FIRB 201318 Storia e mappe digitali della letteratura tedesca in Italia nel Novecento (Istituto Italiano di Studi Germanici, Roma, 22 dicembre 2014). Il progetto coinvolge ricercatori dell’IISG, dell’Università per Stranieri di Siena, di Sapienza Università di Roma e della Humboldt Universität di Berlino.
La ricerca ha per oggetto la letteratura straniera tradotta in Italia, a partire dal caso di quella in lingua tedesca. Il presupposto di base è che tradurre letteratura straniera costituisca un modo per scrittori, editori e critici di intervenire sugli assetti del campo letterario italiano, e dunque rappresenti uno degli strumenti fondamentali del suo rinnovamento. La nostra ipotesi è che gli intellettuali che promuovono le traduzioni attraverso case editrici e riviste selezionino e interpretino le opere straniere sulla base di categorie e poetiche elaborate in Italia. La tradizionale separazione disciplinare tra studiosi di letteratura italiana e studiosi di letterature straniere tende a occultare il fatto che la produzione di “letteratura straniera in lingua italiana” è opera degli stessi attori che fanno la “letteratura italiana”.
Per “campo letterario” intendiamo, con Bourdieu (Les Règles de l’art), il complesso di relazioni in cui sono inseriti tutti coloro che contribuiscono alla produzione materiale e simbolica (relativa cioè al senso e valore) degli oggetti letterari: scrittori, critici, editori, traduttori, giornalisti, lettori, professori. Questo campo di relazioni è anche e soprattutto un campo di conflitti, di lotte per affermare una certa idea della letteratura, e gli individui che vi investono la loro esistenza lo fanno animati dalla ricerca di un “capitale simbolico” di riconoscimento e prestigio.
La conflittualità che caratterizza il campo letterario – come ogni campo artistico e culturale – istituisce al suo interno due opposizioni fondamentali e sistemiche. La prima oppone “autonomia” ed “eteronomia”: uno spazio di produzione dove l’unico criterio di giudizio e di valore è quello estetico, e uno spazio in cui vigono altre norme, dove cioè le opere sono valutate secondo criteri che rispondono ad altre logiche (economica, politica, religiosa…). La seconda opposizione strutturale è quella tra i “nuovi entranti”, che ancora non hanno accumulato capitale simbolico, e coloro che nello stesso momento detengono prestigio e riconoscimento: è soprattutto da questo conflitto che si generano le innovazioni di poetica, stile, generi e contenuti, perché i nuovi entranti hanno interesse a rivoluzionare uno stato del sistema che li relega al fondo della gerarchia.
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